rosella postorino

Chi è Rosella Postorino, vincitrice del premio Wondy

Musica, parole ma soprattutto emozioni sono state le protagoniste della serata finale del “Premio Wondy di letteratura resiliente”, giunto alla sua seconda edizione, svoltosi nel prestigioso Teatro Manzoni di Milano lo scorso 18 marzo, organizzato dall’Associazione “Wondy sono io” e dal magazine femminile Vanity Fair. Sul palco Luca Bizzarri Paolo Kessisoglu, i due simpatici e conosciuti intrattenitori, hanno condotto, con la consueta ironia, un evento ricco di cultura e sentimento, con la partecipazione straordinaria di Andrea Bocelli e del vincitore dell’ultimo Festival di Sanremo Mahmood, in compagnia di altri importanti ospiti, guidando il pubblico fra le parole e le storie dei sei romanzi finalisti, con attori di fama che hanno prestato la loro voce alle pagine dei libri. Trionfatrice della serata, la scrittrice Rosella Postorino.

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Due erano i premi in palio, uno assegnato dalla giuria tecnica presieduta dal giornalista Mario Calabresi e l’altro direttamente dal pubblico, attraverso una votazione fra gli utenti di Facebook che hanno votato sulla pagina dell’associazione promotrice. Le nomination erano fra i seguenti finalisti:

  • Una donna può tutto di Ritanna Armeni (Ponte alle Grazie)
  • Resto qui di Marco Balzano (Einaudi)
  • La manutenzione dei sensi di Franco Faggiani (Fazi)
  • La casa degli sguardi di Daniele Mencarelli (Mondadori)
  • Le assaggiatrici di Rosella Postorino (Feltrinelli)
  • Le stanze dell’addio di Yari Selvetella (Bompiani)

Le due scrittrici si sono aggiudicate entrambi i premi in palio: Ritanna Armeni ha vinto il premio della giuria popolare, mentre Rosella Postorino, con “Le assaggiatrici” è risultata, appunto, la vincitrice assoluta per la giuria tecnica di qualità, composta, oltre che da Calabresi, da Diamante D’Alessio, Luca Dini, Chiara Fenoglio, Selvaggia Lucarelli, Michela Marzano, Marco Missiroli, Emanuele Nenna, Alessandra Sarchi, Gianni Turchetta e Andrea Vitali.

Conosciamo meglio la Postorino, scrittrice ed editor, che ha trionfato con la sua opera edita da Feltrinelli, un romanzo ispirato alla storia vera di Margot Wölk, assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf.

Chi è Rosella Postorino

Radici calabresi, trascorre l’infanzia in Liguria per poi stabilirsi a Roma, dove tutt’ora vive: nasce, infatti, 41 anni fa, a Reggio Calabria, da cui si trasferisce a San Lorenzo a Mare, in provincia di Imperia, e poi, nel 2002 definitivamente, (per ora) nella Capitale. Grandi occhi scuri e sorriso aperto, Rosella lavora già da anni nell’editoria quando, nel 2003, pubblica un saggio di critica letteraria, Malati di intelligenza, all’interno dell’antologia Duras mon amour 3, e nel 2004, pubblica il suo primo racconto, In una capsula, inserito in un’altra raccolta dal titolo Ragazze che dovresti conoscere, un crogiuolo di storie racchiuse in un’opera edita da Einaudi Stile Libero, in cui emergono il punto di vista di diverse donne intorno ai trent’anni su corpo e sesso. Un’antologia che dà voci a scrittrici italiane, note o esordienti assolute, in cui già la Postorino si distingue fra le tante.

Ma è nel 2007 che Rosella, con il romanzo La stanza di sopra, guadagna il suo primo riconoscimento importante, il Premio Rapallo Carige nella sezione Opera Prima, seguito dal Premio Città di Santa Marinella e, soprattutto, con la stessa opera, è selezionata fra i 13 finalisti del prestigioso Premio Strega dello stesso anno. Da allora è un susseguirsi di successi: nel 2009, con Einaudi, pubblica L’estate che perdemmo Dio, con il quale si guadagna il Premio Benedetto Croce e il premio speciale della giuria Cesare De Lollis.

Collabora con alcune riviste, quotidiani e magazine importanti, quali “La Repubblica”, nelle pagine romane, e “Rolling Stone”. Nel 2013 è la volta de Il corpo docile, sempre con Einaudi, struggente romanzo di una segregazione, con il quale l’autrice racconta le tenebre nascoste dietro ogni innocenza e ogni sentimento, attraverso gli occhi di una giovane donna, e con cui conquista il Premio Penne. Non manca neppure una pièce teatrale, nel 2009, dal titolo Tu (non) sei il tuo lavoro all’interno di Working for paradise, dal sottotitolo Tre storie sul lavoro, questa volta con Bompiani. Segue, con Laterza, Il mare in salita, nel 2011, un omaggio alla terra (e al mare) che l’ha adottata, un diario di viaggio che narra la Riviera dei Fiori, nel Ponente della Liguria, da un punto di vista molto personale ed intelligente. È anche fra gli autori di Undici per la Liguria, un’antologia benefica per gli alluvionati locali, edita da Einaudi, del 2015, in cui, appunto, 11 scrittori, liguri di nascita o di adozione, si riuniscono per rafforzare l’aiuto fattivo, con le vendite del libro e la sensibilizzazione ai lettori, per la ricostruzione di un asilo a San Fruttuoso.

Oltre a tutti gli scritti di suo pugno, Rosella Postorino si è cimentata nella traduzione e cura di alcune opere di Marguerite Duras, scrittrice e regista francese, impegnata e sempre attiva sulle barricate, protagonista della contestazione studentesca del ’68, e autrice del motto Sous le pavés, la plage”, slogan che riassume le aspirazioni e i sogni di quel maggio caldo.

Ma è con il romanzo Le assaggiatrici, Feltrinelli, pubblicato nel 2018, che Rosella Postorino corona il vero successo editoriale, grazie alla vittoria nella 56esima edizione del Premio Campiello, oltre ad altri prestigiosi riconoscimenti come il Pozzale Luigi Russo, il Rapallo, il Vigevano Lucio Mastronardi e, appunto, il 18 marzo scorso, il Premio Wondy di letteratura resiliente, il riconoscimento letterario in memoria di Francesca Del Rosso, una scrittrice e giornalista che, dopo avere a lungo e fattivamente lottato contro la malattia, se n’è andata l’11 dicembre 2016. Più che con il suo nome, è nota con il soprannome, Wondy, appunto, assegnatole per la sua caparbietà e forza, dopo la pubblicazione del suo libro che porta lo stesso nome, con un particolare sottotitolo, “Ovvero, come si diventa supereroi per guarire dal cancro”, edito da Rizzoli nel 2014, dove è riassunta tutta l’ironia, la grazie e il coraggio con cui ha lottato fino all’ultimo.

Per ricordarla, è stato istituito il Premio, giunto quest’anno alla sua seconda edizione, rivolto alle opere edite italiane che hanno come tema la determinazione per fare fronte agli ostacoli della vita. Promotore del riconoscimento, organizzato da “Wondy Sono Io”, è il marito di Francesca, Alessandro Milan, fondatore dell’associazione, che ha lo scopo di ricordare la forza e la caparbietà di Wondy, anche grazie alla sensibilizzazione, attraverso la lettura, dell’opinione pubblica nei confronti di tematiche sociali, e con uno sguardo all’impegno per trasformare le difficoltà della vita in opportunità.

Rosella Postorino, con il suo romanzo “Le assaggiatrici”, dipinge la protagonista, Rosa Sauer, una delle dieci giovani donne “cavie”, destinate a mangiare per prime i cibi destinanti alla tavola del Führer, nell’ambiente chiuso di quella mensa forzata, sotto lo sguardo terribile dei propri carcerieri, come un’apparente personalità fragile e timorosa, che nasconde però un animo determinato, capace di continuare a perseguire il suo unico obiettivo, la vita, fronteggiando le difficoltà, ed instaurando, con le altre sfortunate compagne, alleanze, patti segreti e persino amicizie.